Scaramanzie

scaramanzie


 Io sono uno che alle scaramanzie non gli dà importanza e vivo proprio bene. Il gatto nero che circolava per le strade vicino casa mia e che induceva gli altri a toccar ferro o “gioielli” ad esempio io lo ospitai in casa visto che era un randagio, e negli anni si rivelò essere una gatta buona, dolce, tenera, affettuosa, che avrebbe leccato anche le mosche e che mi rallegrò non poco la vita.

Sotto le scale appoggiate ai muri ci passo che è una meraviglia e non mi pare affatto di infrangere nessuna divinità dato che la scala appoggiata al muro formerebbe un triangolo rappresentante la Santissima Trinità. Se mi cade il sale in tavola non mi metto le mani nei capelli, anche perchè sono pelato, ma bensì recupero il recuperabile e l’altro che è caduto per terra naturalmente lo spazzo così come per l’olio. Che il pane poi a tavola stia a “gropponi”, cioè con la schiena rivolta in giù, proprio non me ne accorgo e l’unica cosa che semmai mi fa arrabbiare è quando il pane viene buttato via. Quella sì che dovrebbe essere una scaramanzia.

Per quanto riguarda i numeri, di pranzi e di cene con 13 persone ne ho fatti a iosa ma per fortuna nessun Giuda mi ha venduto ancora per trenta denari. Il 17 poi lo ritengo pure un bel numero anche se i gufatori di professione vogliono indicare che porti male poiché una volta si scriveva XVII che anagrammato dava VIXI cioè vissi, sono morto. Naturalmente e involontariamente mi sono prodotto in varie rotture di specchi, specchietti, specchiucci e se ognuno mi ha assegnato 7 anni di sfortuna avrò di che farne infelice dote ai posteri.

Il fatto che non sia scaramantico comunque nasce dalla constatazione che la sfortuna si presenta già ogni giorno non invitata nella nostra vita, qualunque azione noi facciamo, e quindi mi sembra perlomeno giusto non dargli anche l’avallo di qualche credenza popolare nata in chissà quale epoca in cui la ragione se ne stava probabilmente spesso al buio. Magari le scaramanzie me le invento per gioco, lì per lì, quando devo sfregare un gratta e vinci o quando mi arriva un messaggio e spero che sia di una data persona.

In ogni modo rispetto chi è scaramantico anche perché molti nelle scaramanzie ci credono eccome. Alcuni addirittura arrivano a farsi condizionare la vita dalle scaramanzie e non mangiano in un piatto se è scheggiato perché allora il loro amore se ne andrà in frantumi e rimandano le loro decisioni a data da destinarsi perché hanno a cuore di rispettare il detto “Di Venere e di Marte, né si arriva e né si parte”. L’ultimo comunque in alcuni casi può essere un buon consiglio più che una scaramanzia.

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